Tutelare la libertà di stampa per tutelare la democrazia
Ventinove anni fa, il 17 dicembre 1993, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 3 maggio “Giornata mondiale della libertà di stampa”, per ricordare ai governi degli Stati membri l’impegno per il rispetto dell’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948: la libertà di parola. Questa giornata fondamentale si celebra riunendo giornalisti e associazioni in conferenze organizzate in tutto il mondo dall’UNESCO, volte a discutere dello stato della libertà di stampa nel mondo e delle possibili soluzioni per le situazioni più critiche.
La conferenza dello scorso anno, “Information as a public good”, si è tenuta a Windhoek, in Namibia, anche per celebrare il 30° anniversario della Dichiarazione del 1991 firmata proprio nella stessa città da giornalisti indipendenti africani risoluti nel sostenere e promuovere “an indipendent and pluralistic African media”. La World Press Freedom Day Global Conference 2022 si terrà dal 2 al 5 maggio a Punta del Este, in Uruguay, in forma ibrida per permettere al maggior numero possibile di Stati di partecipare. Il focus della conferenza di quest’anno sarà l’impatto dell’era digitale sulla libertà di espressione, sulla sicurezza dei giornalisti, sull’accesso alle informazioni e alla privacy.
La sicurezza dei giornalisti, in particolare, è una tematica riemersa negli ultimi anni a causa del crescente numero di minacce e attacchi da loro subìti, sfociati, nei casi più tragici, in omicidi. Nel discorso sullo stato dell’Unione del 15 settembre 2021, Ursula von der Leyen ha ribadito la necessità di «proteggere chi offre trasparenza», raccomandando la creazione di servizi nazionali a sostegno dei professionisti dei media vittime di attacchi. Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, ha definito i giornalisti «essenziali per la democrazia», richiamando gli Stati ad adoperarsi per rendere l’UE un luogo più sicuro per i giornalisti: tutelare la libertà di stampa significa proteggere la democrazia.
La libertà di stampa in Italia
In Italia la libertà di stampa è sancita all’interno della Costituzione, precisamente all’articolo 21, e l’impegno a rispettarla è garantito anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. La nostra tradizione a riguardo comincia a metà del 1800 con le prime misure volte alla limitazione della censura preventiva sulla stampa, poi affermatasi all’interno dello Statuto Albertino e ripristinata dopo la caduta del regime fascista con la Costituzione del 1948:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
Articolo 21 Cost.
Secondo un report del 2021 di Reporters without borders, l’Italia non è il Paese più sicuro per svolgere la professione di giornalista: almeno 20 giornalisti vivono sotto scorta a causa di intimidazioni e minacce ricevute da parte, soprattutto, della criminalità organizzata. Secondo il World Press Freedom Index di RSF dello scorso anno, l’Italia si colloca al 41° posto, con un’informazione che risulta indebolita, secondo il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, a causa dello stallo delle proposte di legge a tutela e protezione dei giornalisti, che vengono continuamente rinviate dal Parlamento.
Il picco di minacce e attacchi rivolti ai giornalisti negli ultimi anni è in parte dovuto alla situazione di emergenza sanitaria, che ha causato proteste e manifestazioni in tutto il Paese che sono spesso sfociate in violenze nei confronti dei giornalisti intenti a documentare tali eventi.
L’impatto delle crisi globali sulla sicurezza e libertà del settore
L’indice regionale sviluppato da RSF nel 2021 raccoglie la situazione della libertà di stampa di 180 Paesi in sei regioni e ne registra miglioramenti e peggioramenti. L’Europa e l’America continuano ad essere gli ambienti più favorevoli per i media e la stampa, mentre l’Africa, nonostante i progressi fatti, rimane il continente più pericoloso per i professionisti del settore.
Un importante dato che è emerso da questo report è la situazione nella regione est europea e centro asiatica, comprendente anche Russia e Bielorussia, e che vede entrambe le nazioni calare a picco, rispettivamente al 150° e 158° posto. Dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia ha inasprito le pene per i giornalisti d’opposizione che hanno provato a riportare sui media nazionali le notizie del conflitto. Dopo soli dieci giorni di guerra, gli arresti registrati in Russia erano già più di 8000 e le pene sono sensibilmente aumentate arrivando a 15 anni di carcere per chiunque cercasse di dare alla popolazione russa una visione diversa da quella della “operazione militare speciale”, chiamandola invece “guerra”, “offensiva” o “invasione”. A causa di ciò, per proteggersi dalle eventuali pene molti media internazionali come Bloomberg, BBC e CNN hanno sospeso il loro operato nel Paese.
La crescente preoccupazione giovanile nei paesi V4
Uno studio pubblicato a metà aprile, condotto nei Paesi del blocco di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), ha evidenziato una crescente preoccupazione generale per quanto riguarda le libertà di stampa ed espressione. Le tensioni politiche all’interno di questi Paesi, la presenza di governi con tendenze illiberali come quelli di Polonia e Ungheria e l’ingerenza di questi ultimi nei confronti dei media hanno deteriorato la libertà e la pluralità dell’informazione in questi Stati. La ricerca, condotta intervistando cittadini maggiorenni di diverse fasce d’età, riscontra in quasi tutte le fasce un alto livello di preoccupazione, ma quella giovanile risulta in crescita.
Lo studio ha evidenziato che il 52% degli intervistati pensa che le condizioni della libertà di stampa e dei media siano peggiorate negli ultimi cinque anni e si dicono molto preoccupati per la deriva illiberale che stanno cercando di prendere alcuni governi, e l’80% ritiene indispensabile la presenza dei media indipendenti all’interno degli Stati. Dalla ricerca, i polacchi risultano la popolazione più preoccupata, i cechi la popolazione meno preoccupata. Il 59% degli intervistati si è detto favorevole ad un ruolo più forte dell’UE nella protezione della libertà dei media, magari imponendo sanzioni e provvedimenti nei confronti dei governi che non la rispettano.
I bilanci del 2022 riguardo la libertà di stampa saranno quindi inevitabilmente peggiori rispetto a quelli degli anni precedenti e l’edizione 2022 della World Press Freedom Day Global Conference, il cui tema è “Journalism under Digital Siege”, sarà probabilmente monopolizzata dalle discussioni sull’attuale crisi che mina il lavoro di centinaia di migliaia di giornalisti.
Editing e fact checking a cura di Claudio Annibali