Quarto potere
Dopo la morte del magnate Charles Foster Kane (Orson Welles), un giornalista (Joseph Cotten) inizia ad indagare sulla sua vita, partendo dalla sua infanzia, proseguendo con la sua ascesa nel mondo della stampa e della finanza, passando per la sua storia d’amore con una misteriosa cantante lirica mancata, fino ad arrivare alla solitaria fine nella lussuosa e sconfinata tenuta di Xanadu.
Il 19 gennaio del 1949 arrivava in Italia il folgorante esordio alla regia di un genio assoluto della settima arte, Orson Welles, che all’età di 25 anni ci regalava il capolavoro “Quarto potere”, il film che delineava all’epoca gli standard stilistici di tutti i film Hollywoodiani, e non, usciti da quel momento in poi.
Il film è di enorme rilevanza in quanto ha rivoluzionato il modo di fare cinema, anche tecnicamente, con l’enorme importanza data all’utilizzo massiccio della profondità di campo, ma soprattutto con la scelta di Welles di frammentare e decostruire la narrazione della storia attraverso l’utilizzo di continui flashback.
L’intento principale di Welles era quello di deridere pubblicamente, evidenziandone le contraddizioni, il “sogno americano” che rapidamente si faceva strada in quegli anni, raccontando la storia di un uomo, Charles Foster Kane, estremamente potente in vita ma che in finale non era riuscito ad avere l’unica cosa che avesse mai realmente desiderato: la vera felicità.
Quarto potere è un film meraviglioso, imprescindibile, che vive di una magnifica regia fatta di geniali piani sequenza e di una messa in scena incredibile, di una splendida fotografia puramente espressionista e di una sceneggiatura di ferro che mescola perfettamente diversi generi cinematografici, dal cinegiornale al grottesco, passando per il drammatico e soprattutto il giallo, con le indagini volte a scoprire gli aspetti più intimi di un uomo che per tutta la sua turbolenta vita è stato sulla bocca, sulle orecchie e sugli occhi di tutti.
Un film perfetto, che fa riflettere e che chiunque dovrebbe vedere e rivedere, una vera opera d’arte la cui assoluta bellezza delle immagini e delle inquadrature farebbero innamorare qualsiasi spettatore.