L’Industria 4.0 e il fashion digital manufacturing
Il concetto di Rivoluzione Industriale si conosce da quando si studia sui libri di storia. E se vi fosse detto di vivere, oggi, durante un momento simile? Non sono in pochi, infatti, coloro che considerano il 2021 come l’anno chiave della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”. Le tante tecnologie a disposizione, ideate soprattutto nei Paesi sviluppati ma molto spesso esportate anche in quelli in via di sviluppo, fanno notare il cambiamento che in pochi anni ha caratterizzato la società odierna. L’Industria 4.0 prevede appunto l’utilizzo sempre più imprescindibile delle nuove tecnologie nei metodi di produzione industriale a tutti i livelli e in tutti i settori, come dimostra, ad esempio, l’uso della stampante 3D nel design di moda. Il concetto in questione in realtà non è nuovo, se ne parla già da qualche anno, ma sembra tornato fortemente attuale in questo particolare frangente storico nella speranza che possa rappresentare uno stimolo e un traino per la ripresa e il rilancio del sistema produttivo mondiale.
Molti governi nel mondo si sono accorti di questa tendenza e anche in Italia il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di investire sempre di più nel potenziamento di questo nuovo tipo di industria (anche grazie all’attenzione per la digitalizzazione nel PNRR); non solo perché potrebbe garantire una ripresa economica dopo la crisi pandemica, ma anche perché potrebbe rappresentare un metodo nuovo per riuscire a rendere sostenibile la maggior parte della produzione.
Moda 4.0
Il mondo del Fashion negli ultimi anni è stato tra i settori che più hanno voluto sperimentare l’uso delle nuove tecnologie per aggiornare il suo metodo di produzione. La combinazione di tradizione e digitale ha rappresentato la nuova frontiera per incentivare le vendite e realizzare l’obiettivo che molte maison si pongono: una moda sostenibile. A questo scopo è risultata cruciale l’adozione della blockchain come strumento per riuscire a rendere i dati disponibili e non modificabili, così da poter rintracciare più facilmente il processo di produzione, prestando attenzione ad ogni passaggio produttivo in modo da riuscire a distinguere i processi eco-sostenibili da quelli che non lo sono.
Sul fronte della tecnologia “applicata”, invece, la stampante 3D ha segnato una svolta in quanto capace di produrre oggetti, o in questo caso vestiti ed accessori, partendo da un disegno digitale grazie al software per il disegno assistito (CAD). È possibile, poi, anche il processo inverso: prendendo un oggetto e scannerizzandolo attraverso la stampante, si può portare questo alla sua versione digitale. Questa nuova tecnica sta prendendo sempre più piedi anche, per esempio, nella creazione di gioielli. Tutto ciò fa parte del digital manufacturing, ossia la digitalizzazione dell’artigianato o dell’industria in generale.
L’industria 4.0 riesce ad ottimizzare, inoltre, anche il “fine vita” del prodotto. Oltre a proporsi come modello da seguire per il rilancio della produzione industriale per il post pandemia a livello globale, l’Unione europea, forte del suo altissimo ranking nell’innovazione tecnologica, sta cercando di legare insieme innovazione ed economia circolare con l’obiettivo di produrre un grande impatto positivo in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale generando benefici economici distribuiti e nuovi posti di lavoro.