Il gemello 3D del David di Michelangelo
Avreste mai immaginato un monumentale gemello del tutto simile all’autografa scultura del David di Michelangelo?
Parliamo di una copia con le stesse dimensioni dell’originale ma con un peso notevolmente ridimensionato: 400 kg più 150 kg di basamento contro le 5 tonnellate di peso dell’originale. È stato possibile attraverso la stampa 3D.
Si tratta di un sofisticato progetto di digitalizzazione coordinato da Grazia Tucci, in collaborazione con i tecnici di Hexagon Italia e con il restauratore Nicola Salvioli. La riproduzione del David è stata promossa dal Commissariato per la partecipazione dell’Italia a Expo Dubai 2022, assieme al Ministero della Cultura e alla Galleria dell’Accademia di Firenze: sarà proprio questa scultura a rappresentare il nostro Paese alla prossima Expo.
La copia è stata realizzata negli ultimi tre mesi attraverso una prima acquisizione dell’originale mediante una scansione digitale ad elevata risoluzione, che ha impiegato 40 ore per leggere l’intera superficie marmorea eseguendo un vero e proprio calco virtuale. Una stampante 3D di ultima generazione ha successivamente permesso la riproduzione fisica del David, diviso in 14 parti e costituito da un impasto di resine acriliche. Dopo l’assemblaggio da parte del restauratore Salvioli, la superficie è stata ricoperta da 2 millimetri di polvere di marmo di Carrara mischiata a colla per ricreare gli effetti dell’originale: le parti lisce e ruvide della superficie, le tecniche esecutive, le venature e le irregolarità del marmo.
Questa eccezionale copia è già considerata una delle principali attrazioni della prossima Expo come simbolo di rinascita e innovazione tecnologica. D’altronde, sin dal Cinquecento, il David ha incarnato i valori di fierezza, coraggio e virtù della Repubblica Fiorentina.
Michelangelo fu chiamato nel 1501 dall’Opera del Duomo per scolpire il grande blocco in marmo e raffigurarvi il maestoso personaggio biblico, inaugurato nel 1504 di fronte a Palazzo Vecchio. Nel 1873 si decise di spostare l’opera all’interno della Galleria dell’Accademia per evitarne il degrado e ancora oggi in Piazza della Signoria ne rimane una copia.