Il Vaticano si è scagliato contro il DDL Zan
Nell’ultima settimana si è molto discusso della nota verbale, depositata dalla Segreteria di Stato vaticana presso l’ambasciata italiana, che criticava severamente (fino a dichiararne l’incompatibilità con il Concordato tra Vaticano e Stato italiano) il disegno di legge Zan contro l’omolesbotransfobia e abilismo, e che ormai da mesi è in attesa di essere approvato dal Senato. Quanto accaduto potrebbe provocare una crisi diplomatica e rappresenta senz’altro un’ottima occasione per ragionare su quanto determinati trattati internazionali abbiano ormai assunto tratti alquanto anacronistici. Inoltre, evidenziano ancor di più quanto l’Italia debba ancora fare i conti con la sua laicità e con un mondo in rapida evoluzione.
Le dichiarazioni del Vaticano
Ma partiamo dal principio. Come detto, nei giorni scorsi, il “dipartimento” della Segreteria di Stato vaticana che si occupa dei rapporti con gli Stati ha chiesto, in maniera neanche troppo velata, al governo italiano di rivedere il DDL Zan, accusato di violare il Concordato in vigore tra Repubblica Italiana e il Vaticano nella forma in cui è stato modificato nel 1984. In particolare, le criticità evidenziate sarebbero due: in primis, la libertà di pensiero sarebbe messa in pericolo (e in particolare quella del mondo cattolico); inoltre, per la stessa ragione, l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omolesbotransfobia, da celebrare nelle scuole (anche quelle cattoliche), andrebbe contro i principi del Cattolicesimo.
Le risposte da parte dei partiti italiani sono state, prevedibilmente, alquanto eterogenee, complicando ancora di più lo stato dei lavori per l’approvazione del disegno di legge. Mentre da un lato Matteo Salvini ha ringraziato il Vaticano per il “buonsenso”, Alessandro Zan, Laura Boldrini ed Enrico Letta hanno dichiarato che rimarranno fermi nelle loro posizioni. Al contempo, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato la laicità e la piena sovranità del Paese del suo organo legislativo (il Parlamento), benché non abbia preso alcuna posizione in merito al dibattuto disegno di legge. Nonostante tale dichiarazione, il Segretario di Stato Vaticano Parolin ha ribadito, anche se smorzando i torni, che l’obiettivo non è bloccare la legge, ma rivedere quei punti considerati “vaghi e incerti”.
La proposta di legge, va ribadito, non è che una modifica della Legge Mancino del 1993, che sanziona già l’incitamento all’odio nonché qualsiasi atto discriminatorio per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Sebbene l’articolo 4 evidenzi come la libertà di pensiero sia preservata, questo è un punto su cui parte della politica (soprattutto lo schieramento di destra) continua a basare la propria azione di ostruzionismo. L’ingerenza da parte di uno Stato estero, dunque, rischia solamente di complicare ulteriormente una situazione di per sé già alquanto difficile.
Il Concordato oggi
Il Concordato attualmente in vigore, come già detto, risale al 1984, tuttavia è con Benito Mussolini che questo viene ratificato per la prima volta. Nel 1929, infatti, vennero sottoscritti i Patti Lateranensi, i quali regolano ancora oggi i rapporti tra la Repubblica Italiana e lo Stato Vaticano. Grazie alle modifiche attuate da Craxi negli anni Ottanta, il Paese si avviò verso una maggiore laicizzazione, sebbene sia innegabile quanto il Vaticano abbia continuato ad avere un ruolo non del tutto trascurabile nella vita politica italiana sotto molteplici aspetti (l’otto per mille o l’ora di religione, per citarne alcuni).
Il recente episodio può soprattutto essere analizzato sotto il profilo giuridico, specialmente dal momento che il contesto italiano risulta essere alquanto peculiare in tal senso. Secondo le norme internazionali attualmente vigenti, infatti, gli Stati devono astenersi dall’intervenire in tutte quelle materie rientranti negli affari interni di un altro Stato. Tuttavia, tra gli esperti di diritto internazionale coesistono diverse interpretazioni della questione: da un lato c’è chi ritiene che il Vaticano abbia esercitato un proprio diritto, trattandosi di una comunicazione riguardante un provvedimento (DDL Zan) che potrebbe toccare ambiti coperti da un trattato internazionale; da un altro c’è chi sostiene che si tratti di un’azione estremamente invasiva.
Ciononostante, è ancora poco chiaro quali possano essere gli effetti di tale episodio sul DDL Zan. Ancora una volta, l’Italia si dimostra un Paese ancora poco tollerante e nei fatti totalmente disinteressato nei confronti di una porzione della popolazione sistematicamente marginalizzata e pesantemente discriminata, senza contare poi l’attitudine a una certa riverenza- se non obbedienza- della politica verso la Chiesa cattolica che rende il principio di laicità dello Stato spesso disatteso. I partiti favorevoli al DDL Zan ipotizzano di chiedere una calendarizzazione di urgenza al fine di aggirare l’ostruzionismo di Fratelli d’Italia e Lega, mentre nel frattempo UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) fa sapere che le richieste di sbattezzo sono aumentate esponenzialmente negli ultimi giorni.