Slip and capture errors: quando il costo di uno sbaglio è la vita
A quasi un anno dalla morte di George Floyd e appena una settimana prima della storica condanna dell’agente che, per nove minuti, ha tenuto premuto il ginocchio sul suo collo, è ancora Minneapolis il centro del dibattito infuocato sulle armi da fuoco e la brutalità della polizia. Il 13 aprile Daunte Wright, ventenne afroamericano, ha ricevuto un fatale colpo di pistola mentre resisteva all’arresto da parte di Kim Potter, poliziotta veterana con più di venticinque anni di servizio. Tim Gannon, capo della polizia del Brooklyn Center, è sicuro che si sia trattato di un errore: «Sono convinto che l’agente avesse l’intenzione di usare il suo taser, ma abbia invece sparato al signor Wright un singolo colpo». Dal video girato proprio dalla telecamera di servizio di Potter sembra che si sia effettivamente trattato di uno sbaglio. Per tre volte, infatti, la poliziotta lancia il grido: «Taser!», seguito da un rumore di sparo, a cui fa eco la voce di Potter stessa: «Gli ho appena sparato».
Errori di slip and capture
Nel 1990 James Reason, autore con un passato di professore universitario di psicologia all’Università di Manchester, definì l’errore come un termine usato per indicare «tutte quelle situazioni in cui una sequenza di attività mentali o fisiche manca di raggiungere lo scopo prefissato, e questo mancato raggiungimento non può essere attribuito all’intervento di una qualche possibile agentività». Ѐ il concetto di “scopo prefissato”, intenzionale, a fare la differenza: secondo il comandante Gannon, l’ufficiale Potter non avrebbe avuto l’intenzione di sparare a Wright, bensì solo di neutralizzarlo con il taser, così da poter procedere all’arresto. Un tipo di errore che, seguendo la tassonomia delineata da Reason, rientra nella categoria degli slip and capture errors. La poliziotta avrebbe usato la sua pistola al posto del taser – slip –, in una situazione particolarmente confusa ed emotivamente carica, in cui la sua attenzione sarebbe stata catturata – capture – da altri elementi contestuali, come evitare la fuga del sospettato. In un esempio meno macabro, errori del genere possono essere quelli fatti quando, dal guidare una macchina con cambio manuale si passa ad una con cambio automatico. Se l’attenzione non è completamente rivolta alla guida, magari perché si sta intrattenendo una conversazione, è abbastanza comune confondere il pedale del freno con quello della frizione, causando una brusca frenata non intenzionale.
Variabili da considerare: addestramento e somiglianza
Non è un caso che gli errori di slip and capture siano stati inseriti da Reason tra gli skill-based errors, gli errori basati sulle abilità. Negli Stati Uniti, l’entrata nelle forze di polizia richiede circa sei mesi di addestramento. In Italia i mesi sono il doppio. In Portogallo viene richiesto l’equivalente di una laurea quinquennale per diventare un semplice agente. E, quando si entra nel merito della durata dell’addestramento specifico negli USA per armi da fuoco e taser, la discrepanza si fa ancora più evidente. Se nel primo caso l’addestramento richiede circa 60 ore di pratica per nuovi agenti ed è continuativo per tutta la durata del servizio in polizia, nel secondo è sufficiente avere due sessioni pratiche per ricevere la certificazione e altre due ogni due anni il rinnovo.
D’altro canto, taser e pistole di ordinanza non sono fisicamente così diversi l’uno dall’altro. Solo recentemente sono state introdotte norme affinché taser e pistole possano essere più facilmente distinguibili e situazioni del genere possano essere evitate (tra le altre, la scelta di avere taser di colori sgargianti e posizionati dal lato della mano non dominante). Sembra tuttavia che ciò non sia sufficiente e Daute Wright è solo la più recente vittima di una serie di errori la cui possibile evitabilità è al centro della discussione.