Irlanda del Nord: caos Brexit
L’Irlanda del Nord è di nuovo in fiamme. Negli ultimi giorni, a partire dalle festività pasquali, le 6 contee dell’Ulster, nel nord dell’isola, hanno visto riaccendersi violenze e scontri che non si vedevano da più di due decenni. A 23 anni dalla firma degli Accordi del Venerdì Santo del 1998 la lotta tra lealisti (filobritannici) e nazionalisti (filoirlandesi) è tornata prepotente tra le strade della città.
Le misure stringenti dovute alla pandemia che da più di un anno pesano sulla vita delle persone hanno preparato la miccia, accesa poi dall’insoddisfazione della fazione lealista per una Brexit che ha portato sì l’UK lontano dall’Europa, ma non tutto. I lealisti (o unionisti) accusano Johnson di tradimento per aver illuso Belfast per guadagnarsene l’appoggio al referendum, per poi abbandonarla. La frontiera con l’UE, infatti, è stata individuata nel Mare d’Irlanda e non all’interno dell’Isola, tra le 6 contee e la Repubblica d’Irlanda. Una decisione presa per scongiurare una nuova guerra civile ma che nella pratica ha portato l’Ulster ad essere sempre più vicino a Dublino e molto più lontano da Londra.
D’altra parte, una frontiera sarebbe stata trovata in ogni caso e ora la Brexit sta portando il suo conto all’isola. Gli Accordi del 1998 avrebbero dovuto lasciare in eredità pace e giustizia a quelle nuove generazioni che adesso si trovano invece a combattere in nome di una rivalità mai sopita e rimasta radicata nel tessuto sociale nordirlandese tanto da spingere anche chi all’epoca dei “Troubles” non era neanche nato (ragazzi dai 12 ai 18 anni) a scendere in strada.
In pochi sanno che la città di Belfast è di fatto divisa a metà sulla linea segnata da due strade che fanno da confine tra le due fazioni: Shankill road è il cuore dei lealisti protestanti mente Falls road è la zona cattolico- nazionalista. Al centro, un muro di cemento e filo spinato interrotta da cancellate in metallo. Ancora oggi questi cancelli vengono chiusi la notte per sigillare le due zone della città. In questi giorni però le barriere sono rimaste chiuse anche di giorno per permettere alla polizia di limitare gli scontri. Tutto ciò accade nel cuore dell’Europa.